Intervento della Presidente Laura Leone in apertura del 10° Forum AICP
Il Forum annuale di AICP rappresenta per i soci il momento più importante della vita associativa.
La decima edizione, svoltasi il 27 novembre 2021 in modalità online, ha costituito una fucina di idee, un vero e proprio laboratorio per iniziare a dare forma e nome a tante riflessioni, conoscenze e competenze. Come tutte le attività progettate e realizzate nel 2021 si è fatta guidare dalla parola “CONFINI”.
Questo progetto nasce da una serie di esigenze condivise sorte subito dopo la conclusione di questo Forum.
Come presentare e rendere disponibili a soci e non soci tutta la ricchezza che nel Forum è stata trattata e che è emersa?
Come dare il giusto spazio a tutti coloro che, con il loro apporto, hanno reso questa giornata sul tema della complessità una vera scoperta ed arricchimento?
Come dare in modo accattivante ed organico il racconto di un’intera giornata online?
Queste sono alcune delle domande che ci si è posti.
Da un brainstorming di idee ha preso forma il progetto editoriale “Album del Forum”, alla stregua di un album delle figurine. Ad ogni uscita, secondo il calendario prestabilito, verrà proposto il contenuto di ogni intervento, con la pubblicazione del video dello specifico intervento e di tanti contenuti extra, utili ed importanti per dare ulteriore approfondimento.
Buona visione con la prima uscita del primo capitolo e con la scoperta dei volontari AICP che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento.
Non perderti le prossime puntate, avrai tutta la documentazione del 10° Forum AICP “Abbracciare la complessità”, tutti gli interventi, interviste, immagini e slide prodotte.
Luciano Sabbatini, dopo oltre mezz’ora di intervento, conclude ricordando che “La complessità va abbracciata perché è il bello dello sport: se lo sport perdesse questo senso di variabilità del risultato, allora sarebbe sempre la squadra più forte che vince o l’atleta più forte che vince. E così nella realtà non è”
Dalle sue parole emergono importanti elementi che giocano ruoli fondamentali nella prestazione atletica (ed in realtà nella vita tutta): le variabili che entrano in campo sono molteplici.
Tra esse:
- Il potenziale dell’atleta, che allenatori e mental Coach devono portare alla luce, per permettere che quell’unicità porti a fare la differenza, allenando l’atleta a riconoscere i suoi punti di forza
- Il focus attentivo esterno all’atleta per produrre l’automatismo dell’azione, liberamente e con leggerezza raggiungendo il flow
- Il focus attentivo interno all’atleta, per un lavoro mirato, finalizzato a modificare e migliorare la tecnica
- L’ elemento errore come complessità aggiuntiva, in quanto l’apprendimento avviene per prove ed errori. Questi, dopo un fase di riflessione, permettono di esplorare nuove azioni.
- La passione che trascina e stimola oltre che alimentare la dimensione ludica e gioiosa in tutto ciò viene svolto quotidiamente.
In un interessante percorso logico, Sabbatini allenatore, mental Coach e formatore accompagna lo spettatore in uno spettacolare viaggio di scoperta della complessità nello sport e nella vita.
Intervento di Sabbatini
Capire e riconoscere un sistema complesso è il primo passaggio per comprendere quali competenze dovranno essere allenate per navigarlo.
Con queste premesse Alessandro Cravera ha aperto il suo intervento all’interno del decimo Forum AICP, un intervento dal titolo “Allenarsi alla complessità: schemi cognitivi per decidere e agire in un mondo non ordinato”.
Ed è proprio dalla distinzione tra sistemi ordinati e sistemi non ordinati che Cravera parte per accompagnare tutti gli spettatori in un viaggio di introspezione ed analisi sulle proprie caratteristiche, sul proprio agire o non agire, sul proprio contribuire al bene sociale.
Al sistema ordinato appartengono le soluzioni ottimali, appartengono schemi di azione composti dall’analizzare, pianificare, implementare.
Nel sistema non ordinato tutto ciò non funziona: lo schema di azione è basato sull’agire, apprendere ed adattare. La parola chiave diviene “apprendere”: apprendere dall’azione, comprendere il contesto in cui ci si muove, coltivando l’intelligenza collettiva quale risultato evoluto delle singole intelligenze individuali, la stessa che permette di valutare le informazioni e contestualizzarle all’interno delle situazioni.
E’ un lungo percorso quello attraverso cui gli spettatori sono magistralmente accompagnati, passo dopo passo, alla complessificazione del pensiero toccando:
- abilità cognitive e ridondanza cognitiva, la capacità di acquisire competenze e punti di vista diversi da quelli soliti, con prospettive ampie, per generare più domande che stimolano la curiosità, che spingono a guardare oltre, a scavare e ricercare altro;
- domande generative che forniscono punti di vista alternativi rispetto a quelli abituali, che aprono prospettive di interpretazione diverse;
- Meta-Competenze necessarie ad affrontare i sistemi complessi;
- Wise Leadership con tutte le caratteristiche del Leader saggio, il leader in grado di navigare nella complessità grazie alla saggezza, connubio di sapienza, intelligenza e scopo verso un bene collettivi.
L’argomento è denso, suggeriamo carta e penna o computer e file aperto uniti a curiosità e amore per il sapere. Sono questi a nostro avviso gli ingredienti con cui accostarsi alla visione di questo intervento di eccellenza.
Intervento di Cravera
E’ con rigore linguistico e ricchezza espositiva che la Professoressa Annamaria Anselmo ci conduce all’interno di una pratica riflessiva espansiva : l’etimologia della parola “complessità” e il suo contesto d’uso, per meglio comprenderne le sfaccettature ed evitare che la parola possa venire equivocata o abusata erroneamente.
A partire dagli studi di Edgar Morin, i tratti salienti della sua esposizione ci chiariscono che :
- La parola “complessità” ha potenza rivoluzionaria da un punto di vista ontologico, logico ma soprattutto da un punto di vista epistemologico, quello trattato nell’intervento, poiché attinente sia al nostro modo di rapportarci all’altro ( dove per altro intendiamo mondo, natura, gli altri individui), sia al nostro modo di organizzare informazioni , conoscenza, sapere.
- La parola deriva da quella antica che è complexus ovvero “tessuto insieme”. L’immagine metaforica rimanda subito ad una rete, un intreccio, non si tratta di una matassa ingarbugliata da sciogliere, piuttosto evoca qualcosa da cogliere, all’interno di una visione sistemica che accoglie ed è capace di gestire la poliedricità del reale .
- La visione sistemica, che invita a “tenere insieme”, si contrappone ad una visione meccanicistica del mondo che induce gli schemi di pensiero a semplificare, separare, recidere i legami del sistema-mondo piuttosto che abbracciarli.
Come orientarsi nella totalità della complessità ? Il decalogo proposto sulle possibili modalità si presenta articolato e per nulla scontato, un punto però li raccoglie tutti : “se continuiamo a guardare solo all’effetto e al risultato rischiamo di perderci il senso del come e del co (cum) della complessità della vita umana”. La lectio si sviluppa tenendo ben presente questo invito, tutto scorre e tutto rimane, tutto conduce a un nuovo orizzonte di senso.
Intervento di Anselmo
Tavolo Consultivo Scientifico Umanistico (TCSU).
Le Funzioni del TRSU derivano dalle esigenze di AICP di disporre di un organo di staff, non
operativo verso l’esterno, ma consultivo, di:
- rispondere agli interrogativi tecnico scientifici-umanistici che le funzioni in AICP possono
incontrare durante le attività o, almeno, cogliere e descrivere la complessità e il livello
raggiunto di conoscenza; - supportare le funzioni di responsabilità di AICP nell’approfondimento ad esempio di
questioni inerenti pari opportunità, diversità, correttezza politica, per avere un punto di
vista che supporti nel garantire l’immagine e la coerenza con i valori di AICP; - validare, quando richiesto, i prodotti espressi dalle funzioni (in particolare funzione
Ricerca e Formazione) prima di metterli a disposizione dei soci e/o pubblico (i.e.
ricerche, lavori dei tavoli, indagini); - supportare la funzione Eventi per l’ideazione dei contenuti e dei temi degli eventi;
- supportare la funzione Comunicazione nell’approvazione alla pubblicazione degli articoli
dei soci; - supportare, se richiesto, le altre funzioni che lo richiedessero, nello svolgimento di
attività legate al sapere; a titolo di esempio: in presenza di un dubbio faticoso da
dipanare la funzione Orientamento e la commissione di Valutazione possono chiedere e
ricevere supporto nella creazione delle domande per esami di ammissione e dare
supporto scientifico nella valutazione dei programmi delle scuole che richiedono il
riconoscimento dei corsi.
Anche la poesia si è avvicinata al 10° FORUM di AICP.
Averlo tra gli ospiti era uno degli obiettivi ma altri impegni lo hanno portato altrove. Come fare per godere della sua poesia? Un incontro a distanza: la nostra presidente Laura Leone lo ha incontrato in videoconferenza, poteri della tecnologia di Gianluca Masolini. Stiamo parlando di Franco Arminio, poeta paesologo, che ci ha donato il suo punto di vista, immersi in un dialogo libero volto a una reciproca conoscenza, attraverso contraddizioni tensioni imprevisti e miracoli.
Perché proprio Arminio?
“La poesia, l’arte, possono essere dono potentissimo per abbracciare la complessità”, afferma la nostra presidente, grata ad Arminio per aver accolto il suo invito.
Alla domanda “Si è attivato in te un piccolo desiderio di essere con noi?” la sua parola fluisce:
“…. Alla fine il pensiero così libero raggiunge zone che non aveva raggiunto prima, è una fortuna incontrare persone che ti aprono all’impensato…
…Fortunato chi può interagire …
…Siete addestrati a lasciare che gli esseri umani osservino in maniera diversa il mondo e se stessi, è un bel modo di valorizzare la nostra vita, le nostre capacità di giudizio, di sguardo e di affetto….”
Dialogo con Arminio
Il tema della complessità pensato, vissuto e raccontato dall’esploratore dei mari e degli oceani per eccellenza, Alberto Luca Recchi, ha permesso ai partecipanti del decimo Forum AICP di effettuare una vera e propria immersione alla scoperta di nuovi punti di vista.
Colui che è conosciuto per le sue spedizioni pionieristiche a livello mondiale tra squali, balene e capodogli, che ha affrontato situazioni estremamente sfidanti, talvolta pericolose e potenzialmente mortali, che ha visto per primo bellezze naturali fino ad ora precluse ai più, ha esordito nel suo intervento dal titolo “Immersi nella complessità” affermando che
“Non vi è nulla di più complesso che la vita di un essere umano”.
Nel ripercorrere il cammino evolutivo della specie uomo a partire dalla sua comparsa sulla terra, Recchi ha ricordato “cassette di attrezzi” ricche ma inutilizzate, lotte interne ed esterne, a volte incapacità di essere pronti a percepire il cambiamento.
- Cosa vuol dire esplorare?
- Chi è esploratore oggi?
- Si può essere esploratore pur non girando il mondo alla conquista di vette oltre gli 8000 metri o profondità oceaniche?
- Quali competenze vanno allenate per essere un vero esploratore?
- Come l’uomo può essere flessibile nella conduzione della sua esistenza?
- Le soluzioni che non vediamo possono emergere cambiando le abitudini?
Queste e molte altre domande sono affiorate dall’immersione nella complessità in cui Recchi ha accompagnato tutti gli spettatori.
La conclusione del suo intervento è stata un augurio, un inno alla ricerca del vivere nella complessità, quasi un suggerimento “cercate l’amore, una vita di amore è una vita complessa ma sicuramente meravigliosa”.
Intervento di Recchi
“Niente è più misterioso dell’ovvio”: a partire da questa citazione il Professor Giuseppe Zollo conduce con maestria il suo pensiero sulla complessità poiché, nell’abitare il nostro quotidiano ovvio, non solo si presenta come un enigma da sciogliere ma anche e soprattutto come una risorsa da cui attingere, presupposto che nell’esperienza sempre convivono gli opposti.
Attraverso la sua sensibilità intellettuale siamo guidati a compiere un viaggio colorato e parallelo alle parole, il Professore sceglie infatti di usare la metafora dell’arte pittorica per punteggiare un diverso modo di comprendere la complessità, così facendo ogni quadro apre una nuova cornice di senso che si rinomina in funzione della capacità di:
- incontrare e saper assorbire la complessità;
- vederne la molteplicità, la totalità, la struttura;
- coglierne le tensioni;
- comprenderne l’auto-organizzazione.
Con occhio attento alle sfumature del pensiero, il Professore si rivela chiaro, energico ed originale nella disamina di coppie di paradigmi in contrapposizione tra loro. “Bisogna accettare una quota di disordine; il mondo è sempre eccedente rispetto ai nostri modelli e alle nostre conoscenze, è dunque necessaria una metamorfosi per comprenderlo nella sua ricchezza inesauribile, ovvero occorre accettare di cambiare se stessi”. Così si conclude il suo intervento tuttavia aprendoci verso nuovi punti di vista e quadri di riflessione.
Intervento di Zollo
Call for paper
Diverse, sia per gli ambiti di sviluppo che per l’unicità dei Coach che le hanno raccontate, le esperienze di Coaching pubblicate rappresentano interessanti e stimolanti esempi dell’affrontare ed agire nella complessità, con e grazie al Coaching.
Lucilla Rizzini: Socia Aicp CC Lombardia porta la sua esperienza riassunta nel titolo “La velocità della fiducia in un contesto internazionale multiculturale”. Nel suo intervento descrive il business coaching con un’attività di Team Coaching svolta in una multinazionale, nella quale, partendo dal saper stare insieme (competenza fondamentale nei Coach AICP) ha accompagnato i partecipanti alla scoperta di valori, quali la fiducia,indispensabili al team.
Sabrina Savorgnan e Michele dal Farra, Soci Aicp CC Veneto hanno scelto come titolo del loro intervento “Caleidoscopio” per sottolineare la complessità e molteplicità delle azioni e degli attori coinvolti nella loro esperienza, inserita in un contesto sociale di inserimenti lavorativi. L’esigenza di unire ambiti inter-organizzativi molto diversi ha fatto lavorare in modo particolarmente intenso in tre aree del processo di coaching:
– definire l’obiettivo Smart
– il Patto di Coaching ed il contesto dei Coachee
– la definizione del piano di azione
Daniela Fisichella, Socia Aicp CC Sicilia con la sua testimonial-Coachee nell’intervento dal titolo “Gentil … oso” in uno storytelling appassionato e coinvolgente descrive il percorso di Life Coaching alla ricerca di autonomia personale e competence di Alessandra, congruenza di valori, del fare la differenza nella comunità con integrità, leadership e valore sociale.
Deborah Morgagni, Socia Aicp CC Emilia Romagna, quale moderatore del momento dei Call for Paper, conclude ed unisce gli interventi, trovando parole e concetti comuni e trasversali non solo ai tre, ma all’intera giornata. Illustra e parla di contesto -da vivere con multisensorialità nella sua esplorazione-, di diversità, di circolarità, di confini, di flessibilità, di valori e visione, di antifragilità e conclude citando E.Morin “Bisogna apprendere a navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezza”.
Presentazione paper dei soci AICP
HR di una multinazionale tedesca, illustra nel suo intervento “Come si sopravvive alla tempesta perfetta della complessità con il self coaching”. La sua esperienza, le azioni, le competenze interdisciplinari messe in atto, lo stare “fuori” dal problema per vedere con occhi diversi, ascoltare ed agire in contesti totalmente cambiati hanno caratterizzato la descrizione del suo agire.
Intervento di Fornari
Progetto editoriale a cura della squadra di lavoro “Dietro le quinte” Comunicazione AICP:
Giulio Mazzetti – Socio AICP Coaching Club Toscana
Mirjam Ognibene – Socia AICP Coaching Club Sicilia
Rita Pecchielan – Socia AICP Coaching Club Veneto
Simona Rebecchi -Socia AICP Coaching Club Lombardia
Mauro Visintainer – Responsabile Comunicazione AICP
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