L’allenamento a cogliere le emozioni positive della vita parte dalle frazioni di secondo, e da li può proseguire ed estendersi come un virus positivo per periodi più lunghi. Anche per sempre.
Nelle arti marziali, una sequenza ben portata può essere enorme fonte di piacere se ci si concentra sul flusso che essa produce.
Anche una serie di sollevamento di pesi di 20 secondi, portata sino al dolore muscolare può essere vissuta come una esperienza mistica, secondi di vita, secondi di omaggio alla fisicità e al dono di esistere, la potenza del corpo al lavoro, il collegamento a sensazioni spirituali di enorme valore.
Al contrario, gli stessi 20 secondi possono essere vissuti come una noiosissima, faticosa, pallosissima inutile sfacchinata che solo i matti fissati per linea e muscoli farebbero.
C’è una grande differenza di energie mentali negli stessi 20 secondi.
Lo stesso vale nei rapporti umani.
Per molti il rapporto sentimentale perfetto può voler dire che deve esistere una persona capace di darci contemporaneamente e sempre tutto: amore, affetto, comprensione, supporto emotivo, empatia, sesso, piacere fisico estremo, bellezza, poesia, gentilezza ma anche razionalità, analisi, supporto materiale.
Questa creatura sovrumana dovrebbe essere portatore di serenità sempre, esserci sempre, non assentarsi mai, né darci mai dispiacere, curare i nostri dolori esistenziali, condividere tutto, esserci accanto ogni giorno per ogni nostro disagio, per ogni nostra speranza. Non può sbagliare mai.
Vi sono persone che potrebbero darci attimi di profonda dolcezza e comprensione ma noi spesso non li accettiamo perché potrebbero avere un termine. E’ come se persi nel deserto non accettassimo un sorso d’acqua perché vorremmo una botte.
In realtà esistono somme di momenti, esistono finestre di emozioni positive, esistono tante gocce d’acqua in ogni angolo della terra e nel fluire del tempo di ognuno di noi. Tali momenti non comportano “re-azioni”, ma sensazioni. Quindi tendono ad essere dimenticate.
La persona perfetta, la situazione perfetta non c’è , ma possono esistere finestre in cui una parte di questo stato di portatori e ricevitori di serenità si materializza.
Molte di noi chiudiamo la finestra e basta, non accettiamo che una condizione non duri all’infinito ed è meglio godere del sorso anziché aspettare la botte.
E costruire intanto, in tutti i sensi.
Mariateresa Arcidiaco
Life Health & Corporate Coach
Mtcoach.eu
Mi piace quando dici “Questa creatura sovrumana dovrebbe essere portatore di serenità sempre, esserci sempre, non assentarsi mai, né darci mai dispiacere, curare i nostri dolori esistenziali, condividere tutto, esserci accanto…… “.
Condivido e, aggiungo, se è vero nelle relazioni, è tanto più vero nella filosofia dell’essere felice, ossia la consapevolezza che fa di ogni momento il “tempo presente della nostra storia” e, come tale va vissuto, che sia di gioia o meno.
In una intervista, il grande Camilleri, dice: “quando siamo nati, abbiamo staccato un biglietto senza ritorno, e quello che accade, accade e noi possiamo solo che accettare, senza pretendere; solo una sana ricezione di quello che accade, consapevolmente all’essere!!
e quando ti riferisci a “sollevare i pesi” con fatica o meno, il tutto dipende dal concetto di leva del piacere o leva del dolore, di cui è piena la vita.
Bello Maria Teresa, anche a me come a Roberto piace quello che hai scritto. Mi hai fatto ricordare una frase di Tagore, un famoso poeta indiano quando scrive: ” La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita sua non è che nel mondo esiste il dolore, ma che dipende da noi trarne profitto, che ci è consentito trasformarlo in gioia”.