Come individuare ed allenare il talento nel lavoro, nella scuola, nelle relazioni, nello sport grazie al coaching.
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Si è svolto a Milano il seminario di Luca Stanchieri sul talento: l’evento ha registrato una buona affluenza di pubblico, richiamando una cornice di presenti in sala più variegata rispetto al precedente organizzato dal CC Lombardia, la cui presenza così numerosa ha dato prova di grandi passi avanti da parte del Club e dell’Associazione stessa.
Il dr. Stanchieri ha parlato del talento come di qualcosa da esercitare, da rinnovare ed ampliare ogni giorno, sfatando già durante l’introduzione i falsi miti cui ci siamo adeguati fin da giovanissimi: il talento non è genetico, non prescinde dal contesto, né dalla relazionalità; è invece un insieme di capacità naturali, esperienza e conoscenze/competenze che crescono solo grazie alla voglia ed alla determinazione di superarsi costantemente affrontando obiettivi di volta in volta più sfidanti.
La suggestione e la ricerca del talento sono legate alla sua simbolizzazione nell’immaginario collettivo in quanto elemento che, in modo assolutamente spontaneo ed immediato, evoca gioia ed ammirazione in chi ha la fortuna di osservarlo ed è subito riconosciuto da chiunque come tratto di eccellenza.
Certo il talento costa fatica, non solo per i sacrifici che comporta il suo sviluppo, ma perché troppo spesso, nel nostro vissuto sociale, soprattutto lavorativo, è trattato come un ostacolo al potere e chi ne è particolarmente dotato non ha strumenti di difesa, proprio perché mai l’immaginerebbe come tale.
La motivazione intrinseca, le potenzialità personali ed i valori individuali, obiettivi determinati da un singolo, in autonomia, sono i fattori che aiutano nello sviluppo del talento, anche, a volte, a dispetto del contesto, ma mai prescindendo da esso.
Attraverso esempi di personaggi famosi (“quanti di voi sanno che il padre di W. A. Mozart era un genio della pedagogia musicale che ha messo il figlio davanti al piano a due anni?”), miti sfatati, una ricerca sul campo ed una disamina della società contemporanea, ecco emergere il sogno del coach per il futuro: lo sviluppo del talento da un punto di vista tecnico e professionale, in ogni campo del sapere e dell’esperibile.
Francesca Mansi
Sala Atrium presso SiaSsb
Via Taramelli 26 – Milano
(Metro Gialla fermata Zara oppure Sondrio)
venerdì 7 maggio 2010 (18,30-20,30)
L’Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP ), è lieta di invitarLa al seminario:
L’INDIVIDUAZIONE E LO SVILUPPO DEL TALENTO
Come individuare ed allenare il talento nel lavoro, nella scuola, nelle relazioni, nello sport grazie al coaching.
Il talento può svilupparsi e prosperare in tutte le sue possibili forme e sfumature solo attraverso una comprensione profonda delle caratteristica della persona e dei modi attraverso i quali formarla, motivarla e valorizzarla.
Il talento non è un elemento solitario, raro, eccezionale da scovare tra milioni, dipende dal luogo in cui opera la persona, dagli individui che ha intorno, dal modo in cui riesce a interagire lavorare insieme agli altri; è fortemente legato al contesto in cui si è formato. Il coaching è un metodo efficace per allenarlo e svilupparlo. Discutiamone insieme.
Relatore: Dott. Luca Stanchieri
Coach nella trasmissione televisiva in onda su Sky e La7 “Adolescenti: istruzioni per l’uso“. Presidente dell’Associazione Italiana Coach Professionisti e Fondatore della Scuola Italiana di Life & Corporate Coaching, iscritto all’Albo dell’Ordine degli Psicologi di Roma. Ha svolto un master in Corporate Coaching, è membro professionale dell’Associazione Internazionale di Psicologia Positiva ed ha sviluppato la sua professione di Life & Executive Coach rielaborando il metodo americano per il contesto europeo. (www.scuoladicoaching.it / www.associazionecoach.com)
Partecipazione: 20,00 euro; 10,00 euro per tesserati AICP e studenti
Per info e iscrizioni contattare:
Barbara Mitelli: barbara.chen@libero.it cell. 339-7196239
Paolo Loner: comunicazione@associazionecoach.com cell. 333-3502220
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Video del seminario
FEED-BACK -12 MARZO 2010
Davvero un seminario interessante, che ha portato tutti i partecipanti a tirare fuori la testa dalla sabbia e a chiarire, davanti agli altri e a se stessi, chi si è e che tipo di coach si vuole essere.
Questo il leitmotiv dell’incontro, durato circa quattro ore, in cui abbiamo potuto prendere atto di una verità fondamentale, tanto evidente ora, quanto prima era stata data per scontata: la possibilità di avviare efficacemente l’attività come veri professionisti dipende da una presa di coscienza fondamentale, da cui prenderà poi direzione la professione stessa; chi siamo come persone, quali sono i nostri valori… la nostra vera identità direziona e declina la nostra formazione e professione e determina una scelta a priori sulla clientela che da noi sarà attratta, perché siamo ciò che cerca.
L’idea che un coach non possa prescindere, nel proprio lavoro, dalla propria personalità ed individualità di essere umano (perché con esseri umani poi si avrà a che fare), sovverte completamente il marketing d’uso comune, che mira a colpire con sconti, promozioni e un bombardamento di volantini, che implicherebbe, se ben fatto, una conoscenza del futuro ipotetico cliente che in realtà non abbiamo.
Un altro punto è emerso e ha colpito il bersaglio in modo potente: essere coach professionisti è una questione di talento.
Come i professionisti di ogni genere, come gli artisti e i campioni, chi desidera diventare grande, chi vuole raggiungere l’eccellenza, è costretto a fare enormi sacrifici, ma li fa per un obiettivo: di nuovo, fa una scelta riguardo le proprie priorità.
Al di là dei suggerimenti, peraltro anch’essi utili, sulla promozione del coaching, soprattutto sul territorio che quotidianamente abitiamo, posso dire che personalmente il seminario proposto mi ha permesso di chiarire quali sono i miei veri obiettivi e di avere più consapevolezza di dove mi ha portato la mia storia: passata una settimana da quella sera, attesa con ansia, ho un sito mio, riesco a propormi con maggiore libertà e chiarezza e so chi voglio diventare, per me e per chi da me verrà.
Direi senz’altro un ottimo risultato.
Grazie a Luca ed agli organizzatori.
FRANCESCA MANSI
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