ho un ricordo di bambina che ogni tanto mi torna in mente: una bambola di nome “Lei” che si ricaricava con la chiavetta e camminava fino a quando finiva la carica. Era una bambola che mia madre mi chiedeva spesso in prestito per addobbare la vetrina del suo negozio di abbigliamento per bambini. Ricordo che le cucì un abitino su misura molto suggestivo, morbido, con tulle banco come una nuvoletta.
Un giorno decisi che ri-volevo vedere camminare la mia bambola e mia madre mi accontentò. La tolse dalla vetrina, mi portò al parco e io raggiante le diedi il massimo della carica. “Lei” ricominciò a camminare con il suo abito ondeggiante.
Ero veramente felice. Ho ancora una foto in bianco e nero di quel momento, con un foulard in testa, infagottata nel mio cappottino, la faccia soddisfatta con le guanciotte piene.
Ma accadde una cosa imprevista, in un momento di distrazione da giostre e altri bambini, persi la mia bambola.
Nella mia mente Lei cammina ancora, era troppo carica per smettere e aveva di meglio da fare che stare ferma in vetrina con il suo abitino. Non versai neanche una lacrima al pensiero di rinunciare a Lei, perchè era ormai libera dal suo scomodo incarico di bambola bella, elegante ma inanimata dentro una vetrina.
Non viveva più del senso che altri avevano deciso per Lei.
Stamattina mi è tornato questo ricordo in mente, un sms di gratitudine ricevuto ieri sera da una socia della Sicilia mi ha fatto scattare la molla di trovare questo momento e scrivere.
Questa metafora la collego al mio percorso. Penso sorridente a Lei che ancora va, ormai di carica autonoma, quella che le arriva dal mondo, dai suoi profumi e colori. Da chi incontra nel suo cammino.
Esplorare, andare in posti sconosciuti, incontrare, sintonizzarmi. Questo mi muove nel mio lavoro, nelle mie relazioni e nel mio impegno in questa Associazione con una carica che mi arriva dai soci in modo continuo. Grazie!!
Tutti insieme si dà un senso alla scelta di essere coach per vocazione, allineando noi stessi con il motivo vero per cui ci alziamo al mattino e compiamo azioni.
Chi da oggi vuole entrare a far parte di AICP deve sapere che riceverà mensilmente mail da parte dei Responsabili dei Coaching Club regionali per partecipare alle riunioni e per lavorare volontariamente in Associazione per una missione reale, ampliando il proprio network, alleanze di lavoro e amicizie di vita.
Qui si è soci veramente, nel senso anche etimologico socĭu(m) ‘compagno, alleato’, che deriva da SAK seguire, accompagna e concorda, Sakka, Sakki … amico quindi “colui che si unisce a qualcun altro per un bene comune”.
Chi preferisce osservare con un nome in un elenco è libero di farlo, le vostre quote saranno ben utilizzate e quindi grazie!
Ma è bene sapere che si può prendere parte a progetti molto interessanti per creare grande e benefico impatto in scuole, università, territorio, società.
Quello che si dice in AICP si pratica. Ossia Allenamento continuo per creare benessere che parta da Noi.
Vi aspettiamo per continuare a camminare, unendo i puntini, facendo rete per far capire e provare coi fatti cos’è il vero coaching, che spetta ad ognuno di noi metterlo in pratica nel mondo reale.
Un caro saluto a tutti e, sempre di più,
Buona Associazione
Mariateresa Arcidiaco
Presidente AICP
Roma, 1 Luglio 2016
Grazie ……queste parole mi hanno realmente emozionata!
Spero essere in grado di dare anch’io per quanto piccolo un reale contributo!
Grazie a te Rossana, ogni piccolo contributo è un dono gradito e non scontato… a presto