Sempre più spesso mi capita sentir parlare di consapevolezza. In generale, se nessuno ce lo chiede, tutti sappiamo che cos’è la consapevolezza … ma se qualcuno ce lo chiede? Ebbene cos’è la consapevolezza? Cosa significa essere consapevoli? In un rapporto di coaching, più precisamente, cos’è la consapevolezza del coach? Cos’è la consapevolezza del coachee?
Partiamo dalla definizione che ne dà Wikipedia:
In psicologia biologica, con il termine consapevolezza si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione. […] La consapevolezza fornisce il materiale “grezzo” a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza; il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando integralmente conscia: questa è l’illuminazione. L’uomo è l’unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza).
Essere consapevoli non è un superficiale essere informati, né un semplice sapere – e si diparte anche dalla conoscenza, più intellettuale. La consapevolezza è una condizione in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata col resto della persona, in un uno coerente.
Una definizione di consapevolezza che mi piace è:
Attenta e semplice osservazione del corpo, della mente e delle emozioni.
È UN VIAGGIO DENTRO SE STESSI, SENZA GIUDIZIO, SENZA ALCUN OBIETTIVO SE NON QUELLO DI SENTIRSI,QUI E ORA.
«Qualsiasi cosa tu stia facendo, continuamente, dentro di te, sii consapevole di te stesso, del tuo agire. Stai camminando, sii consapevole di te stesso. Stai ascoltando o parlando, sii consapevole … Questo continuo ricordarsi di se stessi crea un’energia sottile. Questa semplice sensazione di sé, di essere, crea un centro, un centro di silenzio, di padronanza interiore». Osho
Come si lega tutto ciò alla esperienza di coaching? Cosa comporta per il coach? Cosa comporta per il coachee?
Se riflettiamo un momento, appare evidente come tutto ciò che ci circonda ci influenza – mass media, mode, leader d’opinione, pregiudizi, esempi di successo, imposizione di valori, gerarchie sociali, … -, e appare evidente pure come la paura del giudizio intervenga come variabile da prendere in considerazione al fine di pervenire alle nostre decisioni. Oltre a ciò noi ci mettiamo del nostro, filtriamo tutte le informazioni con la nostra mappa, ad esempio; e la tendenza a giudicare, anche se non prende la forma di parole e/o gesti, è comunque una tendenza costantemente presente nelle nostre menti!
Diventa allora importante per il coachee riuscire a sperimentare uno stato di indipendenza e autonomia che gli permetta di sentire ed esprimere ciò che realmente vuole, di valutare in sereno abbandono la situazione o le situazioni, per considerarle alleate o no. Percepire che, in un ambiente protetto da tutti i giudizi esterni, accolto da un autentico alleato predisposto all’ascolto, in completa autonomia può prendere le decisioni più importanti per intraprendere quel percorso di cambiamento verso la felicità e il successo. Decisioni la cui validità è garantita dal semplice fatto di essere state prese in autentica autonomia. Autonomia non solo decisionale ma soprattutto valutativa del presente percepito e del futuro desiderato! Perché corrispondente ad una presa di consapevolezza priva di influenze esterne e intimamente sentita.
Questa situazione di originale presenza facilita il coach, anzi ottimizza le sue potenzialità perché lo aiuta a mettere in campo quelle competenze e strumenti che già conosce, senza cadere in interpretazioni, pregiudizi, schemi vincolanti… Riesce così ad accogliere e ascoltare autenticamente il coachee, alleandosi in una relazione di fiducia, semplicemente perché è centrato nella sua missione e presente nel suo sentire.
E la parte più bella di tutto ciò è l’appagamento pieno e puro che nasce, anche in maniera indipendente l’uno dall’altro ma comunque in entrambi, alla fine del percorso o al raggiungimento di ogni obiettivo intermedio, una sensazione di potenza, di originalità strettamente legata alla sfera intima di ognuno, favorita semplicemente dall’aver fatto ciò che si sentiva di fare e di poter raggiungere per la propria felicità!
Nella formazione saranno esposti gli strumenti che possono favorire questo processo:
- meditazioni ed esercizi pratici;
- in gruppo o individualmente;
- a casa o in presenza del coach;
e sarà lasciato spazio per sperimentare almeno un’esperienza tra quelle elencate.
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