All’inizio di un percorso di coaching, durante la sessione zero, mi soffermo sempre a lungo sulla necessità dell’assunzione di un impegno e di una responsabilità, senza le quali il percorso sarebbe vano, inutile e improduttivo.
Il percorso di coaching è un viaggio dentro se stessi, alla scoperta delle potenzialità di ciascuno e anche di alcuni aspetti di noi che a volte tendiamo a non voler vedere e trascurare.
Chi sono io? Chi sono io veramente? Cosa voglio per me?
Sono domande semplici, ma con risposte difficili da elaborare.
Non sempre si è disposti a guardarsi dentro in profondità, si preferisce restare in superficie ed accettare l’immagine che ci siamo fatti di noi, o che gli altri negli anni ci hanno restituito, o costruito.
Quando pensiamo a noi stessi, l’immagine che abbiamo di noi però, non sempre rappresenta la nostra persona al 100%; alcune volte ci sono degli aspetti che sfuggono, che lasciamo latenti, perchè non ci piacciono, o perchè non vogliamo vederli.
Un percorso di coaching è come guardarsi allo specchio: prima si vede la propria immagine riflessa, poi guardando più da vicino si riescono a vedere nitidamente tutti i dettagli. Anche quelli che da lontano sfuggono, o che piacciono meno.
Scoprirsi totalmente nelle potenzialità e anche fragilità può far paura. Può creare resistenza. La consapevolezza che ne deriva però sarà il motore che porterà ciascuno di noi a intraprendere una strada di crescita e di sviluppo personale, unica e irripetibile. Senza limiti diritta verso gli obiettivi.
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