Mi affaccio nel bosco; davanti a me una coltre di foglie secche, bellissime, variopinte. E’ talmente spessa che non è possibile vedere il terreno che c’è sotto. Inizio a camminare senza neanche pensarci. Poi mi fermo e ragiono.
Sotto le foglie, ne sono certa, c’è la terra, ma ci saranno sicuramente anche sassi, rami, radici e forse persino buche, che io non posso vedere. Il terreno è scosceso e anche bagnato ….. Perchè, nonostante l’ignoto, nonostante io sia consapevole che ci sono dei pericoli, ostacoli che potrebbero farmi cadere, nonostante ciò ho intrapreso il cammino senza pormi alcuna domanda, senza mai pensare neanche per un attimo “torno indietro”?
Una risposta c’è: si chiama autoefficacia. L’autoefficacia, insegna Bandura, è la convinzione circa la propria capacità di compiere le azioni necessarie per produrre un risultato; è in sostanza la nostra convinzione di potercela fare. Non dubito neanche un secondo di poter camminare tra le foglie, di essere capace di affrontare eventuali inceppi, stare in piedi anche se sento sotto il piede un sasso o un ramo. E vi dirò di più: metto anche in conto il rischio di cadere! E lo accetto, perchè sarò in grado di gestire anche una caduta. Certamente il fatto che il terreno non sia visibile allerta i mie sensi: il mio passo sarà più leggero, porrò attenzione a cosa sento sotto il piede, magari aguzzerò anche la vista e l’udito. E questo avrà l’effetto di rendere ancora più improbabile la mia caduta: è la profezia che si autoavvera! Più sono confidente nelle mie capacità e più attuo strategie che avranno l’effetto di garantire il successo e, quindi, confermare le mia convinzione sulle mie capacità! E facendo ciò, migliore sarà il mio risultato e di nuovo ancora confermata la mia autoefficacia.
Cosa ci impedisce di fare lo stesso quando ci troviamo davanti ad una nuova sfida, un nuovo progetto? Per quale motivo magari ci blocchiamo e addirittura rinunciamo? Forse proprio perchè in quella situazione la nostra autoefficacia è bassa e ciò comporta che crediamo che il progetto vada oltre le nostre capacità, ci focalizziamo sulle difficoltà e non sulle opportunità, al primo ostacolo pensiamo al fallimento e non al fatto che la caduta vada messa in conto e superata. E anche qui la profezia si autoavvera: se sono convinto di non farcela non riterrò valga la pena di metterci la necessaria energia, vedrò solo i problemi e non le soluzioni e di conseguenza difficilmente avrò successo e ciò mi convincerà che avevo ragione: non potevo proprio farcela!
Come diceva Henry Ford: “che tu creda di farcela o non farcela avrai comunque ragione”.
Vi invito quindi a lavorare sulla vostra autoefficacia, a darvi la possibilità di credere nelle vostre capacità e a darvi anche il permesso di sbagliare! Allenate i vostri talenti, siate confidenti in voi stessi, mettetevi alla prova! Affrontare nuove sfide sarà lieve come camminare su una coltre di meravigliose, colorate, croccanti foglie secche, in un bosco d’autunno.
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