Dopo il recente congresso Aicp, riflettevo sul concetto di “dono” utilizzato dal Presidente Mariateresa Arcidiaco come chiave di lettura del lavoro suo , di quello di tutto il CD, delle varie task force, dei Responsabili e dei vice, insomma di tutti coloro che animano, fanno vivere e crescere l’associazione.
Evidenziare la volontarietà e gratuità dell’impegno profuso poteva essere un modo per attirare l’attenzione dei soci e spuntare le frecce a eventuali critiche, invece è stato un modo per dimostrare che iscriversi ad un’associazione professionale come la nostra non sia un’ operazione per chiedere dei vantaggi, ma sia un modo per offrire il proprio apporto, rendersi attivi e partecipi da subito.
Siamo coach, e sappiamo che possiamo agire su quello che è sotto il nostro controllo, che ogni obiettivo da raggiungere richiede impegno, tenacia e dedizione, ma soprattutto che per realizzare i nostri progetti utilizziamo le nostre potenzialità più forti e che, quando lo facciamo, siamo concentrati, attivi e totalmente in flow. E questo ci rende felici, fa sopportare la fatica e le difficoltà.
Mariateresa ha sottolineato la mole di lavoro svolto ma anche il piacere e la soddisfazione di farlo insieme a persone competenti e animate dallo stesso spirito. Si è da subito percepita l’autenticità di tutto questo , si è capito come il ruolo di rappresentanti dell’Associazione, che in Italia raccoglie il più grande numero di coach (420), non venga vissuto come un’ investitura di potere ma come una leadership di servizio che opera incarnando i valori fondamentali espressi dalla vision dell’associazione stessa. E lo fanno volentieri, donando tempo e competenze, passione e creatività. Come è sempre stato, ma con una consapevolezza e una motivazione che è cresciuta nel tempo insieme alla crescita dell’associazione
Il Congresso è stato animato e partecipato, ma senza ostilità. Le diversità di opinioni sono state fonte di confronto e approdate a riformulazioni che meglio esprimevano i concetti, in un clima attento e partecipe, ma anche molto sereno, che non ricordo ci fosse mai stato in precedenza. E’ stato il modo, da parte dei soci, per esprimere l’apprezzamento per il lavoro svolto e per i progetti proposti
Il giorno dopo il Congresso è giunta a tutti i soci una lettera di ringraziamento da parte del Presidente per la partecipazione, la condivisione e l’ottimo clima improntato alla fiducia e all’impegno costruttivo e in cui si sottolineava ancora come “ il dono è il mezzo di costruzione di relazioni, dentro e fuori l’associazione… quando condividi un “significato” comune, con professionalità, ma anche amore, fiducia e divertimento”
Il dono e la gratitudine, un circolo virtuoso di cui mi piace sottolineare come entrambi vengano espressi da tutti.
Non c’è una parte che fa un dono e la parte che lo riceve ringrazia, entrambi donano e entrambi esprimono gratitudine. Il dono inteso come l’espressione di attenzione e cura dell’altro, fatto con gioia, attento ai bisogni dell’altro. Che non ha bisogno di reciprocità, o di ricevere manifestazioni espresse di apprezzamento. Chi dona con il cuore, è così felice di farlo che è grato di averne l’opportunità. Chi riceve gioisce , ringraziando e mettendosi in condizione di dare il meglio di sé. Anche quando il cuore è indurito e intrappolato in una corazza per le troppe ferite ricevute, c’è la possibilità di aprire una breccia, riportando alla luce il sentimento d’amore e di gratitudine.
Il dono come mezzo di costruzione di relazioni buone e benefiche, come espressione d’amore, ma anche di tutte le altre virtù, va a inserirsi trasversalmente nelle potenzialità, le declina, le illumina!
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