da bravi coach abbiamo immaginato e visualizzato il futuro prossimo dell’associazione nel nostro paese. Vediamo un paese in grave difficoltà economica, che fa fatica a rilanciarsi; vediamo demotivazione nelle scuole e gli adolescenti alle prese con la complessa sfida di candidarsi al miglioramento del futuro; vediamo genitori disorientati dalla complessità dei nuovi compiti educativi; istituzioni spesso alle prese con una crisi di scollamento dalle esigenze della società civile; ma vediamo anche le risorse storiche, artistiche, culturali della nostra società; vediamo il rinnovato amore per l’eccellenza e la creatività, l’iniziativa e l’innovazione di imprenditori e imprenditrici coraggiosi; sappiamo dell’amore per il lavoro che caratterizza il nord e il sud; vediamo professori che lottano per la loro vocazione e che fanno sacrifici per trasmettere un sapere che sanno prezioso; vediamo giovani che sognano un futuro diverso, che hanno sete di trascendenza, che anelano all’integrità e all’amore e che cercano di allenarsi e superarsi; vediamo genitori che vogliono educare e amare, indirizzare e ricercare rapporti autentici; sappiamo che molte istituzioni cercano un nuovo orientamento al cliente, per superare il concetto burocratico di utente e per rendere efficiente il proprio servizio; vediamo donne giovani e meno giovani che cercano amori autentici, lavori che siano l’integra espressione della propria vocazione, strade nuove di autodeterminazione del proprio corpo e della propria anima. In questo scenario vediamo destinate a esacerbarsi le contraddizioni fra le potenzialità individuali, sociali e culturali e gli ostacoli che ne impediscono il dispiegamento. E’ in questa contraddizione stridente che pensiamo possa essere utile il contributo del coaching, come metodo di sviluppo e allenamento delle risorse, come relazione creativa e generativa di traguardi positivi, come strumento (uno dei molti) per la ricerca e il perseguimento del benessere individuale, relazionale, organizzativo e sociale.Un catalizzatore del cambiamento positivo che può dare il suo contributo sociale solo se organizzato in una comunità coesa, forte, piena di iniziativa e di ottimismo, di speranza e di volontà.
Il nostro Piano di azione cerca di costruire un ponte che permetta di avanzare dall’attuale fase pionieristica della nostra professione alla sua piena affermazione.
Ecco in sintesi le sue coordinate:
a. settembre-dicembre: avvio e lancio dell’associazione; ci vedrà impegnati in molte città per la nostra campagna di tesseramento; i protagonisti sarete voi a cui ci stiamo rivolgendo per rendere questa associazione una realtà culturale e professionale innovativa e coesa; se stiamo imboccando la strada giusta ce lo direte voi. Nascerà il sito dell’associazione, fatto di servizi, orientamento, pubblicizzazione dei coach e del coaching, strumenti professionali, dibattiti e contributi teorici, ricerche, bibliografie, saggi; vedrà la luce la nostra newsletter, l’embrione di quella che sarà la prima rivista italiana di coaching, il cui titolo nascerà da un referendum e il cui sottotitolo sarà l’arte e la scienza del coaching;
b. ottobre-dicembre: fondazione e lancio dei coaching club. Desideriamo che la nostra associazione sia radicata nel territorio e non solo sul web. La funzione dei coaching club prevede:
- confronto professionale (riservate ai tesserati); le riunioni sul confronto professionale nascono da presentazione di casi e loro discussione; presentazione di strumenti utili alla professione; condivisione di metodi per l’avviamento professionale; social networking per progetti che possono essere portati avanti in comune;
- formazione in senso stretto (riservate ai tesserati e ai coach): si tratta di seminari, conferenze, tavole rotonde con altri professionisti, o con chi nella nostra professione si occupa di teoria metodo, ricerca scientifica; ogni coaching club alla sua fondazione prevede un calendario di massima che dura un anno, si dota di un coordinatore, e, laddove ce n’è la possibilità di una sede.
- iniziative verso la società: ogni coaching club così come l’associazione può varare (solo in riunioni fra tesserati e solo tramite i tesserati stessi) progetti di intervento professionale che hanno un carattere di rilevanza sociale e culturale; possono essere progetti per la piccola impresa, per ospedali, per scuole, per istituzioni;
- inziative di divulgazione: conferenze, dibattiti, su temi di attualità affrontati attraverso il coaching.
- L’associazione tramite il suo comitato direttivo indirrà iniziative su ogni campo di intervento ora accennato attraverso i coaching club;
c. settembre: lancio del bando di concorso: premio per la ricerca nel coaching: chiediamo a tutti i nostri coach e le scuole di coaching di avviare progetti di ricerca scientifica intorno al coaching. I migliori lavori saranno premiati nell’estate 2010;
d. febbraio- marzo 2010: giornate di formazione riservate ai tesserati (gratuite) e ai coach (a pagamento) sul tema: L’avvio della professione di coach, come realizzarsi con successo sin dall’inizio. Le giornate di formazione si terranno in otto città di Italia fra cui Roma, Bologna, Torino, Milano, Ancona, Verona, Pescara.
e. Giugno 2010: I fiera nazionale del Coaching italiano, un grane evento con decine di workshp, presentazione delle scuole, dei progetti, degli interventi, dei coach, e della cultura del coaching. Il titolo sarà: Dalla Piccola e Media impresa alle famiglie: il nuovo ruolo del coaching in Italia.”;
f. Luglio 2010: congresso; vi parteciperanno tutti i tesserati, per fare un bilancio dell’anno, stabilire le iniziative del successivo, eleggere la direzione dell’associazione, e i progetti futuri.
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