Questa settimana prendiamo spunto da un libro che ci è stato consigliato da un’amica: “Progetto Felicità”, in realtà più che un libro è un manuale, un manuale che la scrittrice ha pubblicato in merito al suo progetto…“Un bel giorno Gretchen Rubin ha preso la più importante decisione della sua vita: ha deciso di essere felice. Si è dedicata a un tema alla volta: amore, figli, lavoro, casa, amici, salute, denaro, hobby e così via. E ispirandosi alla lezione di filosofi, scienziati, scrittori o anche solo alla propria esperienza di vita, ha condensato questi insegnamenti in piccoli esercizi pratici di saggezza quotidiana. La sua ricerca è contagiosa: basta qualche capitolo di questo libro per cominciare ad affrontare la vita in modo diverso. “La felicità non è un sogno irrealizzabile, ma un approccio diverso alla vita. Le teorie vanno bene, ma solo quando le puoi tradurre in un piano concreto. Io l’ho messo giù, funziona, ho scritto questo libro per condividerlo”. Quello di Gretchen non è solo un manuale, ma un vero movimento, con gruppi sorti nelle maggiori città americane per discutere dei loro progetti felicità. Dopo essere balzato al primo posto delle classifiche americane, Progetto felicità ha conquistato i lettori e gli editori di tutto il mondo ed è stato tradotto in oltre 30 lingue”.
Abbiamo letto questo libro e abbiamo riflettuto molto su ciò che ci stava comunicando. Da diversi anni lavoriamo con le persone, per la loro crescita e per il loro sviluppo. Sempre più ci troviamo davanti a persone meravigliose che hanno sogni nel cassetto, sogni cosi grandi da essere custoditi preziosamente in cassetti rigorosamente chiusi a chiave…ma come può essere realizzato un sogno custodito in un cassetto chiuso a chiave?
Perché non prendere quel sogno e farlo diventare il nostro reale progetto?
Proviamo a pensare al significato della parola progetto: “Nelle scienze applicate con il termine progetto si identifica il complesso di attività correlate tra loro, sotto il nome di progettazione e per mano di un progettista, finalizzate a creare percorsi e/o prodotti o a realizzare servizi rispondenti a obiettivi specifici determinati….Il termine deriva dal latino proiectum, participio passato del verbo proicere, letteralmente traducibile con gettare avanti; il che spiega anche l’assonanza etimologica dei verbi italiani proiettare e progettare” (wikipedia). Ecco che allora siamo degli abili project manager nelle nostre professioni quando ci viene affidato un nuovo progetto ma non siamo altrettanto abili nella nostra vita quando si tratta di realizzare i nostri obiettivi personali…spesso ci dimentichiamo di fare un’analisi delle risorse a disposizione e di quelle invece che abbiamo necessità di reperire, ci dimentichiamo di creare un piano di azione con una tabella di marcia, ci dimentichiamo di verificare il nostro procedere consolidandone i passaggi, ci dimentichiamo di considerarlo come un progetto…un nostro progetto di vita.
Aprire quel cassetto tanto prezioso e tirare fuori i nostri sogni uno ad uno concretizzandoli passo dopo passo significa avvicinarci sempre più al motivo per cui ciascuno di noi è qui su questa terra. E in questo camminare incontro ai nostri sogni ci piace pensare all’intervento di un coach come all’intervento di un assistente al project manager, colui che crea le “procedure” affinchè le “difettosità” (le resistenze e i blocchi) non siano più un ostacolo al raggiungimento della felicità che è lì che attende ciascuno di noi proprio dietro l’angolo…
Dopo la lettura dell’articolo, mi chiedo: se la felicità è un progetto realizzabile, qual è l’allenamento che lo rende possibile?
Buongiorno Luisella, io vedo la felicità come un progetto da raggiungere attraverso a capacità di trasformare un valore in un comportamento concreto. Primo step comprendere cosa è la felicità per me quali fattori contribuiscono a farmi vivere onorando il valore della felicità e poi piano piano uno ad uno trasformare questi fattori in obiettivi e di conseguenza registrare azioni a supporto. Come allenare? mantenendo il focus sulla direzione stessa, a volte ci saranno ostacoli da superare, altre volte l’ostacolo saremo noi stessi, altre volte occorrerà fermare il nostro percorso per una sosta ai box, un cambio gomme, per poi rincominciare l’allenamento.